mercoledì, settembre 27, 2006

Serendipity

Sabato sera, di ritorno dal cinema dove abbiamo visto il profumo, io e Laura discutiamo di come si sia dimostrato ignorante il pubblico in sala (sì, lo so, siamo intellettuali tremendamente snob) e di quanto fedele o meno sia la trasposizione del libro. Le mie opinioni in realtà sono piuttosto deboli e dico che dovrei rileggere il libro; le sue opinioni sono che un libro non si rilegge mai.
Intanto sabato pomeriggio ho finito "Il deserto dei Tartari" e cominciato "La fortezza della solitudine" di Johnathan Lethem (solo adesso mi accorgo di come i due titoli suonino simili).
Lunedì Wittengstein segnala che nel sito web dell'Internazionale si possono leggere le traduzioni degli articoli di Nick Hornby per The Believer sulle sue letture.
Apro il link e mi accorgo di avere già letto il primo e di averlo dimenticato. Do un occhio agli altri titoli e vedo che casualmente un altro articolo parla proprio di Lethem, anzi parla proprio del libro che ho appena iniziato. Li apro tutti e due nei tab e comincio con il primo.
Mentre lo leggo mi accorgo di come, pur avendoli letti, mi ricordi ben poco sia di "Seymour. Introduzione." (noioso) che della biografia di Salinger scritta da Hamilton
(godibilissima); mi dico che dovrei rileggerli e penso alla conversazione di due sere prima, poi passo al secondo articolo.
Nel secondo articolo c'è una teoria su Salinger
( "Tutti e tre questi libri in parte riguardano l'essere giovani, confusi e americani. E anche se questo potrebbe sembrare un argomento così ampio che nessuno può rivendicarlo come proprio, Salinger è riuscito in qualche modo a metterci il suo copyright; esiste chiaramente una legge che ti obbliga ad ammettere da qualche parte nel tuo libro che lui ci è arrivato prima." ) che secondo me regge anche se si leva "americani" ma che non lo farà amare a chi lo detesta [divagazione: la gente ama o detesta Salinger. Questo perchè ha capito un bel po' di cose e la gente o ama o vuole uccidere chi ha capito più di lei (si veda anche alla voce: Gesù, Che Guevara e Tronchetti Provera)] e poi c'è questo passaggio:

"Ho riletto Stop-time convinto dall'eloquenza di Frank Conroy quando parla dei libri e del loro potere alla fine di The stone reader. Non rileggo spesso i libri; sono troppo consapevole sia della mia ignoranza sia della mia mortalità. [...] Ma quando ho provato a ricordarmi qualcosa su Stop-time al di là del fatto che era molto bello, non ci sono riuscito. C'era qualcosa su un patrigno? O era in This boy's life? Visto che questo mi succede con quasi tutti i libri letti più o meno tra i 15 e i 40 anni, mi sono reso conto che non ho letto neanche i libri che credo di aver letto. Non vi dico quant'è deprimente. A che cazzo mi è servito?"

Ecco. Ecco come la penso. Non mi ricordo nulla di "Seymour. Introduzione." se non che mi aveva annoiato e lo avevo considerato il più deludente in tutta l'opera di Salinger; mi ricordo poco della sua biografia; mi ricordo male "Ogni cosa è illuminata" (a parte un passaggio che so quasi a memoria) che pure mi era piaciuto tantissimo. Non mi ricordo nemmeno l'elenco dei i libri che ho letto in questi 3/4 di 2006, anche se avevo cominciato a scrivermeli, finchè non mi sono dimenticato anche di fare quello.
E allora leggerli a cosa cazzo mi è servito? Probabilmente alla stessa cosa a cui è servito questo post. A farmi fare nel momento qualcosa di meglio di quello che avrei dovuto fare realmente.
La scusa è ancora migliore se quello che devi fare è studiare ricerca operativa.
Sapendo già che domani pomeriggio, dopo l'esame, avrai dimenticato.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Bel libro 'la fortezza della solitudine'

marco_orla

6:31 PM  
Blogger Nicola said...

Adesso sono in stallo, mi ha distratto Chatwin che ho comprato in Feltrinelli. Le prime 100 pagine però sembrano promettere davvero bene.

1:16 AM  

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