Serendipity
Intanto sabato pomeriggio ho finito "Il deserto dei Tartari" e cominciato "La fortezza della solitudine" di Johnathan Lethem (solo adesso mi accorgo di come i due titoli suonino simili).
Lunedì Wittengstein segnala che nel sito web dell'Internazionale si possono leggere le traduzioni degli articoli di Nick Hornby per The Believer sulle sue letture.
Apro il link e mi accorgo di avere già letto il primo e di averlo dimenticato. Do un occhio agli altri titoli e vedo che casualmente un altro articolo parla proprio di Lethem, anzi parla proprio del libro che ho appena iniziato. Li apro tutti e due nei tab e comincio con il primo.
Mentre lo leggo mi accorgo di come, pur avendoli letti, mi ricordi ben poco sia di "Seymour. Introduzione." (noioso) che della biografia di Salinger scritta da Hamilton (godibilissima); mi dico che dovrei rileggerli e penso alla conversazione di due sere prima, poi passo al secondo articolo.
Nel secondo articolo c'è una teoria su Salinger ( "Tutti e tre questi libri in parte riguardano l'essere giovani, confusi e americani. E anche se questo potrebbe sembrare un argomento così ampio che nessuno può rivendicarlo come proprio, Salinger è riuscito in qualche modo a metterci il suo copyright; esiste chiaramente una legge che ti obbliga ad ammettere da qualche parte nel tuo libro che lui ci è arrivato prima." ) che secondo me regge anche se si leva "americani" ma che non lo farà amare a chi lo detesta [divagazione: la gente ama o detesta Salinger. Questo perchè ha capito un bel po' di cose e la gente o ama o vuole uccidere chi ha capito più di lei (si veda anche alla voce: Gesù, Che Guevara e Tronchetti Provera)] e poi c'è questo passaggio:
E allora leggerli a cosa cazzo mi è servito? Probabilmente alla stessa cosa a cui è servito questo post. A farmi fare nel momento qualcosa di meglio di quello che avrei dovuto fare realmente.
La scusa è ancora migliore se quello che devi fare è studiare ricerca operativa.
Sapendo già che domani pomeriggio, dopo l'esame, avrai dimenticato.